Omero Sala - ultimi interventi
Omero Sala - 26-01-2010
Nel giorno della memoria voglio ricordare quelli che sono stati inghiottiti dal nulla, quelli che sono scomparsi insieme a tutte le persone che li amavano, quelli cancellati dalla terra insieme alla loro casa e al loro villaggio, quelli che nessuno a pianto mai perché chi li poteva piangere è stato con loro eliminato.
Io riservo il mio pensiero e la mia commiserazione a chi ha avuto illacrimata sepoltura. E ricordo e piango oggi quel povero cristo che, vedendosi morire, sapeva già che nessuno mai lo avrebbe pianto o ricordato.
Omero Sala - 22-12-2009
Sono bresciano e me ne vergogno un po'.
I media nazionali (e da oggi anche quelli internazionali, purtroppo!) rimandano un'immagine di noi bresciani, a dir poco, sconfortante. Prima la notizia del White Christmas di Coccaglio, dove il sindaco ordina controlli a tappeto in tutte le case per liberare il paese dai clandestini (ricordate Erode?); poi l'ordinanza di chiusura di un seminterrato, a Cologne, utilizzato dagli musulmani per la preghiera (ricordate le catacombe?); poi il divieto per i membri della comunità islamica di parlare arabo in un locale di Trenzano dove vengono - perfino! - somministrate bibite, perlopiù analcoliche (ricordate la chiusura dei circoli operai nel ventennio?).
Omero Sala - 11-04-2009
Esistono insegnanti di destra?
Pare di si: i dati di fatto lo confermano.
Ma io, un po' provocatoriamente, voglio dimostrare che non possono esistere; e che quelli censiti, o non sono insegnanti convinti o non sono propriamente di destra, anche se si sentono tali.
Per farlo, riapro il consunto ma non inutile gioco del "che cos'è la destra, che cos'è la sinistra": procedo cioè per semplificazioni, un po' estremizzando, in modo da essere forse categorico ma schematico e chiaro.
Chi vuole mi segua.
Omero Sala - 20-03-2009
Facciamo valere l'autonomia delle singole scuola, salviamo le prerogative e utilizziamo le competenze degli organi collegiali, prendiamo tutto lo spazio che ci viene concesso dalle norme mai abrogate sulla sperimentazione, salviamo i nostri piani per l'offerta formativa, facciamo pesare la nostra professionalità e la nostra esperienza ...

Dai, forza, Italia!

Omero Sala - 18-03-2009
Signor Sindaco,
le scrivo per esprimerle il mio disappunto non tanto per la ineccepibile decisione di far collocare una Croce nelle aule delle scuole ma per le modalità da lei adottate nel farlo.
Le scrivo ora - a distanza di tempo - perché, spento il ribollire delle polemiche, ci sia il tempo e lo spirito per esprimere valutazioni più equilibrate e considerazioni più pacatamente cristiane.
Le scrivo una lettera aperta perché sono convinto che le mie riflessioni - e le sue, se avrà la bontà di rispondermi - non possono essere circoscritte nella sfera dei rapporti personali, in considerazione delle funzioni pubbliche che svolgiamo e degli incarichi istituzionali che ricopriamo.
E le scrivo col tono sommesso di chi coltiva la cultura del dubbio, ma anche con la determinazione di chi non intende annegare nel dubbio le proprie responsabilità.
Omero Sala - 07-03-2009
Nella cartella di cartone pressato si portavano a scuola uno o due libri, pochi quaderni, un astuccio di legno con scomparti per una cannuccia, due o tre pennini, una matita, un temperamatite, una gomma bicolore. L'astuccio aveva il coperchio a scorrimento che serviva come righello.
Fra gli articoli di cancelleria obbligatori vi era anche una scatola di matite colorate: i poveri l'avevano semplice, con sei pastelli; i benestanti l'avevano doppia, con dodici pastelli e indefinibili gradazioni di colore. Sulla scatola era stampato - in colori pastello - un Giotto fanciullo vestito da pecoraio che ritraeva il suo agnello su una pietra liscia usando un tizzone di carbone, per ricordare a noi pasticcioni inguaribili che la capacità di disegnare è innata e che l'educazione artistica non serve a nulla; come a nulla serve la musica se si è stonati, a nulla la poesia se non si è di animo gentile, a nulla la scuola per quelli destinati alla zappa.
Omero Sala - 07-03-2009
Agli inizi della mia carriera (anni '70!) mi piaceva leggere in classe i temi scritti di italiano dei miei alunni, anche per discutere e concordare insieme il voto. Una volta fu deciso di assegnare un bel 10 ad un tema particolarmente gradevole; mi scappò di dire che il tema forse meritava di più: dal fondo della classe uno disse ridendo che potevamo dare undici: scrissi 11, e undici fu. I ragazzi erano tutti felici. L'undici fu introdotto ufficialmente nella nostra classe, con lo sconcerto dei genitori, la perplessità dei colleghi e la disapprovazione del dirigente. Ricordo che anche nelle interrogazioni gli alunni si preperavano studiando forsennatamente e chiedevano di essere torchiati per prendere undici.
Dopo pochi anni il voto fu abolito e venne introdotto il giudizio sintetico, che però doveva essere accompagnato da una valutazione più articolata e meno perentoria.
Ora si torna indietro, e la questione del voto o del giudizio torna a infiammare gli animi.
Su una sola cosa il mondo della scuola dovrebbe infiammarsi: sul modo ottuso e drastico con cui la ministra decide senza consultare gli interessati e senza tener conto che gli assetti e gli ordinamenti attuali, la prassi e le regole, la cultura pedagogica e le consuetudini didattiche sono frutto di un processo lungo e lungamente meditato, discusso, sperimentato, verificato, consolidato.
Omero Sala - 03-03-2009
Torno sul problema della quantità del tempo scolastico.
La quantità del tempo che i bambini passano a scuola è decisa dai genitori al momento dell'iscrizione (o della riconferma) che prevede opzioni sull'orario, sulla mensa, sulle attività, sulla lingua straniera, sui laboratori da frequentare.
La quantità del tempo che gli insegnanti dedicano ai bambini è invece decisa dal ministro che, con la determinazione dell'organico, promette drastiche riduzioni e afferma senza mezzi termini che intende eliminare le compresenze (considerate superflue e dispendiose, mentre ognuno sa che sono assolutamente indispensabili a garantire l'individualizzazione dell'insegnamento).
I dati che provengono dalle scelte operate dai genitori ci dicono che le ore di permanenza a scuola degli alunni aumentano....
Omero Sala - 21-02-2009
Il sistema formativo disgregato

Stiamo assistendo ad uno scontro fra politici e tecnici sulla questione del tempo-scuola. La diatriba è sia sul quanto (numero di ore di lezione), sia sul quando (mattino o pomeriggio).
Sul quanto i politici cercano di tagliare, riducendo le ore settimanali di lezione a 24; mentre i tecnici, e cioè gli esperti e gli addetti ai lavori (pedagogisti e insegnanti), ritengono il numero delle ore di insegnamento insufficiente a svolgere il programma e puntano a salvaguardare le 30 ore di lezione.
Sul quando - e cioè sul problema della articolazione dell'orario settimanale - i politici sono per le lezioni antimeridiane (ecco la ragione delle 24 ore settimanali, che possono essere collocate tutte in sei mattine e affidate ad un unico insegnante!): da veri liberisti, vogliono liberare i pomeriggi dall'obbligo ed incoraggiare (o scatenare) il sistema formativo allargato, la libertà di scelta della famiglia, la concorrenza, il libero mercato dei corsi a pagamento, la fiera del loisir,... Quasi tutti i tecnici invece sono statalisti-istituzionalisti, sostenitori del sistema formativo integrato e del ruolo centrale della scuola pubblica, responsabile della istruzione democratica, garante della uguaglianza delle opportunità, autonoma nel decidere la quantità, la qualità e la articolazione organizzativa dell'offerta formativa.
Vediamo nel dettaglio le due opposte posizioni. E proviamo anche a decifrare il substrato culturale e politico che ispira gli antagonisti.
Omero Sala - 30-01-2009
Consigli per chi ha un figlio di sei anni

Voglio dare a tutti, pur se non richiesto, un consiglio: anche se avete la possibilità di stare con vostro figlio tutti i santi pomeriggi, anche se potete "sistemarlo" da qualche parte, anche se 28 ore vi sembrano troppe, ... non scegliete le 24 ore e la scuola del mattino. Scegliete le 28 o le 30 ore: distribuite su sei giorni con due o tre pomeriggi se lavorate di sabato, oppure su cinque giorni, con quattro o cinque pomeriggi, con o senza mensa, purchè siano almeno 28 in prima e seconda elementare e 30 dalla terza alla quinta.
Se mi chiedete le ragioni di questa raccomandazione, ve ne offro tre ...
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